giovedì 20 giugno 2013

SCUOLA - L'intervento che Tamborrino del Tavolo regionale per la difesa dellacuola statale avrebbe voluto fare nell'incontro con la Ministra Carrozza ,organizzato a Firenze dal PD




TAVOLO REGIONALE PER LA DIFESA DELLA SCUOLA STATALE*
FIRENZE - pr. Circolo ARCI, via delle Porte Nuove, n. 33  Tel. 3286652796 - 3336743584 - Fax 055-588820
Venerdì 14 giugno -
 Nota di Sergio Tamborrino ( Coordinatore del Tavolo e Presidente del Consiglio di Istituto del Galluzzo - Firenze)  ed in allegato l'intervento che Tamborrino avrebbe voluto fare, ma che non ha potuto fare per ragioni di tempo.-
“Ripartiamo dalla scuola. Per cambiare il paese”. Venerdì 14 giugno, ore 15.30 Auditorium del Consiglio Regionale a Firenze - See more at: http://www.pdtoscana.it/#sthash.dQhR42My.dpuf
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 Ripartiamo dalla scuola per cambiare il Paese, incontro con la ministra Maria Chiara Carrozza nell'ambito di questa iniziativa promossa dal PD. Invitato anche il Tavolo. Dopo esserci iscritti a parlare abbiamo atteso invano il turno per apprendere, poco prima dell'intervento della ministra, che purtroppo il nostro era uno degli interventi tagliati.
L'incontro iniziato con mezz'ora di ritardo, dopo gli interventi di Marco Ruggeri, presidente del gruppo PD in Regione, di Daniela Lastri, consigliere regionale e responsabile regional e scuola, e di Stella Targetti, vicepresidente della Regione e assessore all'Istruzione, ha visto gli interventi di due parlamentari,
l'on. Maria Grazia Rocchi e
la sen. Rosa Maria Di Giorgi, un discreto numero di assessori, Di Fede e Giachi, provincia e comune di Firenze, fra gli altri, dirigenti scolastici, un sindacalista, un insegnante per l'associazione Proteo.
Nessun insegnante e nessun genitore!
Forse questa sola constatazione è più chiara di mille discorsi e ragionamenti: l'incapacità del confronto verso l'esterno, con l'altro, e il dibattito che si trasforma lentamente ma inesorabilmente in glorificazione del decisore di turno. Si tratta di una vera e propria emergenza democratica: non c'è più discussione pubblica, non c'è confronto né interlocuzione.
Come si fa politica?
Siamo tutti appesi alle decisioni dell'Europa, se allenta un po', appena appena, i cordoni, per spendere qualche spicciolo per la scuola. La maggior parte del poco sarà per l'edilizia scolastica. Poi il nulla.
Mi preme sottolineare un elemento che volevamo sottoporre alla Ministra e per farlo lo riprendo dal testo dell'intervento che allego integralmente.
Dice la Ministra nella sua audizione dinanzi alle commissioni Istruzione di Camera e Senato (il testo integrale è a questo indirizzo
testo-audizione-ministro-maria-chiara-carrozza-alle-commissioni-della-camera-e-del-senato-del-6-giugno-2013):
«Infatti, come stabilito dalla legge 62 del 2000 il sistema pubblico di istruzione è composto dalle scuole statali e dalle scuole paritarie. L’intero finanziamento verso le 13.657 scuole paritarie italiane consiste di 500 mln di euro circa, pari all’1,2 % della spesa relativa alle scuole statali, a fronte di una platea di 1.042.000 alunni che rappresenta il 12% della popolazione scolastica. Occorre salvaguardare il carattere plurale del nostro sistema di istruzione attraverso misure volte a tutelare la qualità e l’inclusività anche delle scuole pubbliche paritarie.»

Ora se si ha la pazienza di controllare la citazione, il primo articolo della legge 62 parla di sistema nazionale dell'Istruzione, che è cosa ben diversa, sia dal punto di vista lessicale che concettuale.
Che cosa è successo?
Ha preso lucciole per lanterne la Ministra, o chi le ha scritto il discorso?
Stasera ho visto il dibattito di Puntonotte su Canale 5 con Bruno Moretto, Maria Stella Gelmini, Elena Ugolini, Alfonso Cordella (il dibattito si può vedere a questo indirizzo
http://www.video.mediaset.it/video/tg5/puntonotte/394317/martedi-11-giugno.html).
Consiglio vivamente di ritagliarsi un'oretta e vedere il dibattito con Bruno che dice alla Gelmini che è stato il peggior ministro che abbiamo mai avuto, ma lo consiglio per un'altra ragione perché, nella discussione, si ripete con insistenza «il sistema pubblico dell'istruzione», a partire da un'intervista a Gianluca Galletti, sottosegretario all'Istruzione. Preoccupa questa insistenza perché sembra che, con manovra coordinata si sia modificato il lessico e dovremo attrezzarci per smascherare l'inganno. Da subito. Per questa ragione è necessario la più ampia diffusione al nostro documento.
**Hanno aderito finora al tavolo regionale: Sinistra per la Costituzione, Sinistra Ecologia Libertà, Rifondazione Comunista, PdCI, Socialismo 2000,- Federazione della Sinistra di Firenze, VERDI, Per unaltracittà,  Cobas di Firenze, Unicobas ,Federazione RdB-CUB, Pd della Versilia, ANIEF Toscana, IdV di Grosseto il coordinamento UAAR della Toscana,, Com. di Firenze "Per la scuola della Repubblica", ANPI Prov.e Firenze, CIDI di Grosseto, Coord Gen. Dem. (CGD),Sinistra Unita e Plurale di Firenze ( SUP), Alternativa ed inoltre il Collettivo Insegnanti Precari/e e Inoccupati/e ( CIPì), il coordinamento Prov.le di Pistoia per la difesa della scuola pubblica, il Comitato della Valdinievole in difesa della scuola pubblica ed i rappresentanti dei Comitati genitori-insegnanti di Firenze, Empoli, Fiesole, Pontassieve ,Londa, Dicomano, Scandicci, Sesto Fiorentino, Bagno a Ripoli, Versilia, Prato, Arezzo, Grosseto, Livorno, Pistoia e S. Miniato , M. Luisa Moretti, Assessore P.I. del Comune di Fiesole e Lorenzo Del Zoppo, Assessore PI del Comune di Vecchiano.

 L'intervento che Tamborrino avrebbe voluto fare nell'incontro   organizzato a Firenze dal PD con la Ministra Carrozza

Intervengo a nome del Tavolo regionale per la difesa della scuola statale. Innanzi tutto ringrazio per l'opportunità offerta di parlare di scuola in diretta con il Ministro. A Lei e a tutti voi mi preme sottoporre alcune nostre riflessioni. Abbiamo letto con attenzione il testo dell'intervento del ministro dinanzi alle commissioni parlamentari dell'istruzione. Abbiamo apprezzato alcune parti, altre ci hanno lasciato perplessi. Condividiamo certamente l'accento posto sulla scuola quale fattore di crescita e il riconoscimento del valore della scuola quale luogo per eccellenza della formazione del cittadino. Questo ruolo attribuito alla scuola dalla nostra Costituzione richiede particolare attenzione e cura: attenzione perché, in talune parti del nostro Paese la scuola è forse l'unico presidio per la prevenzione al diffondersi della cultura criminale e mafiosa. Cura perché occorrono politiche conseguenti in tema di finanziamenti. Sono necessarie, in altri termini, scelte che consentano flussi regolari di risorse riconoscendo l'adempimento di questo compito della scuola fra quelli rilevanti anche in sede di accountability.
E al tema del rispetto delle regole è strettamente connessa l'altra questione che vogliamo sottoporLe. Ne ha fatto cenno Lei stessa nella audizione: l'enorme contenzioso che ha ereditato dai suoi predecessori, o meglio, se mi permette la perfidia, dalla Sua predecessora, on. Maria Stella Gelmini.
Il TAR del Lazio ha fissato per il 5 luglio l’udienza per la discussione di un ricorso proposto per iniziativa di insegnanti e associazioni contro i tagli agli organici del personale docente della scuola per l’a.s. 2011/2012, dopo che i tagli agli organici per gli anni scolastici 2009/2010 e 2010/2011 sono stati dichiarati illegittimi sia dallo stesso TAR che dal Consiglio di Stato.
Il nostro Tavolo e il Coordinamento nazionale per la scuola della Costituzione Le hanno già inviato una nota per sollecitare un Suo intervento in merito a questo giudizio perché i tagli sono stati attuati con procedimenti illegittimi e lesivi delle prerogative delle Regioni e degli EE.LL.
Il Ministero da Lei diretto ha nei giorni scorsi depositato gli atti relativi ai tagli 2011/2012 che confermano non solo il procedimento illegittimo con cui la ex ministra Gelmini ha disposto tali tagli, ma il comportamento irriguardoso dell’allora ministra rispetto alle richieste della Conferenza Unificata Stato-Regioni-Enti Locali che aveva chiesto l’avvio di un tavolo di confronto. Essa non ha però tenuto in alcun conto di tale richiesta di collaborazione, anche perché i tagli li aveva già attuati prima della richiesta del parere!
Le chiediamo pertanto un primo segnale di discontinuità rispetto a questo passato molto recente e, direi, oltreché devastante per la scuola, così ricco di atti e provvedimenti ripetutamente sanzionati in sede giudiziaria: avvii subito il confronto con la Conferenza Unificata Stato-Regioni ed EE.LL. per la rideterminazione dell'organico del personale docente, previa ridefinizione, ove occorra, della normativa sui tagli previsti dal Governo Berlusconi.
C'è una seconda questione che vorremmo sottoporLe, che a nostro giudizio necessita di maggiore chiarezza. Ha detto, nella Sua audizione - cito dal testo -
"
Infatti, come stabilito dalla legge 62 del 2000 il sistema pubblico di istruzione è composto dalle scuole statali e dalle scuole paritarie. Lintero finanziamento verso le 13.657 scuole paritarie italiane consiste di 500 mln di euro circa, pari all1,2 % della spesa relativa alle scuole statali, a fronte di una platea di 1.042.000 alunni che rappresenta il 12% della popolazione scolastica. Occorre salvaguardare il carattere plurale del nostro sistema di istruzione attraverso misure volte a tutelare la qualità e linclusività anche delle scuole pubbliche paritarie."
Ora la legge 62 all'articolo 1 primo comma parla del sistema nazionale dell'istruzione, che, converrà certamente, è cosa ben diversa dal sistema pubblico dell'istruzione. Mi auguro che questo slittamento lessicale sia dovuto alla fretta, altrimenti dovremo chiederLe quali siano le norme di riferimento per il sistema pubblico di istruzione. Di sfuggita osservo che sempre nel primo comma dell'articolo 1 della legge 62 vi è l'inciso
"
fermo restando quanto previsto dallarticolo 33, comma 2 della Costituzione,
vale a dire fermo restando che
"
La Repubblica detta le norme generali sull'istruzione e istituisce scuole statali per tutti gli ordini e gradi
che chiarisce bene qual è il compito della Repubblica e che i decisori politici devono assolvere.
Aggiungo poi l'altro aspetto della pluralità. L'ultimo periodo che ho citato
"Occorre salvaguardare il carattere plurale del nostro sistema di istruzione attraverso misure volte a tutelare la qualità e l’inclusività anche delle scuole pubbliche paritarie.
"
lascia intendere un'idea di pluralismo come sommatoria di scuola di tendenza, per cui se intendo bene, se domani alcuni studenti del Corano chiedessero l'istituzione di una madrasa, pur nel rispetto di quelle prescrizioni a cui sono soggette le scuole paritarie previste dal quarto comma dell'articolo 1 della legge 62, dovremmo consentire, coerentemente a questa idea di pluralismo, non solo l'apertura di questa scuola ma anche l'accreditamento del sistema pubblico dell'istruzione!
Ora il pluralismo culturale è sancito e tutelato dalla Costituzione per le scuole dello Stato che devono garantire la piena libertà di insegnamento ed è un'idea irriducibile alla sommatoria di scuole diverse di tendenza. Sempre la nostra Costituzione riconosce alle scuole paritarie, e lo ribadisce anche la legge 62 al terzo comma dell'articolo 1, la prerogativa di essere di tendenza.
Se abbiamo così ristabilito un po' di chiarezza intorno alla pluralità ci sembra del tutto incongruo costituzionalmente, cioè dal punto di vista della Costituzione, e politicamente il calcolo delle risorse destinate alle scuole paritarie. E lo è a maggior ragione dopo il 26 maggio, quando i cittadini di Bologna hanno dato una chiara indicazione politica dell'uso delle risorse pubbliche e della loro allocazione. Se si vuole nascondere il dato politico di quel referendum consultivo, lo si può fare, tanto poi le conseguenze si pagano e si pagheranno sul piano elettorale! Certo eviterei interpretazioni della percentuale della partecipazione quantomeno improvvidi da parte di politici e commentatori, ne abbiamo letti tanti con grande sorpresa, perché i numeri nella loro nudità sono talvolta duri e feroci. Le percentuali di partecipazione al voto con cui è stato eletto il sindaco della capitale o la percentuale di partecipazione al voto con cui è stata confermata la modifica del Titolo V della Costituzione sono altrettanto significative!
Interessa il dato politico. Di Bologna interessa il dato politico della richiesta di un'allocazione diversa delle risorse, di una scelta costituzionale, di favorire l'ascolto dei cittadini. Lei, sempre nell'audizione, ha voluto sottolineare questo aspetto della partecipazione e dell'ascolto di soggetti diversi, ha menzionato le associazioni dei genitori. Vorrei segnalarLe che vi è una pluralità di associazioni, pluralità che io credo sia un segnale importante della vivacità politica e della partecipazione, che non hanno luoghi per esprimersi, e vi sono gli Organi Collegiali, il cui testo unico è ancora in vigore, che prevedono degli organismi intermedi a livello territoriale che sono scomparsi, nel silenzio, senza nessuna abrogazione formale. Ricordiamoci del Consiglio nazionale della Pubblica Istruzione che ha esalato il suo ultimo respiro il 31 dicembre scorso e le cui competenze non sono state legittimamente affidate ad altri organi. Ecco quando parliamo di legalità ricordiamoci che le Istituzioni e chi ha responsabilità politiche devono essere i primi a rispettare le regole, a dare il buon esempio, come si diceva una volta. Sarebbe il primo passo per uscire dal buio morattiano e gelminiano. Mi astengo da ogni riferimento al ministro Profumo!
In ultimo un riferimento ai numeri. Abbiamo più di un dubbio che ammontino a 500 i milioni di euro per il finanziamento alle scuole private. Mancano almeno i 230 milioni dell'emendamento Rubinato in uno degli ultimi provvedimenti del governo Monti. E non sappiamo quantificare i mille rivoli dei finanziamenti dei Comuni.

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